L’inverno è la stagione delle crucifere, dette anche brassicacee e consente di portare in tavola cavoli, broccoli, cavolfiore, cime di rapa e tante altre verdure dalle preziose proprietà antiossidanti e protettive per l’organismo.
Come tutti i tipi di cavolo, anche di quello nero si consumano le foglie e le gemme fogliari. È semplice da riconoscere per via del colore verde molto scuro (da qui la denominazione di nero), che non formano una palla come nel caso di altri cavoli.
Dal punto di vista nutrizionale, il cavolo nero è un ortaggio molto ricco d’acqua, circa 90 g per 100 g di prodotto edibile. Per quanto riguarda i macronutrienti, i più abbondanti sono i carboidrati, circa 4 grammi, seguiti dalle proteine, circa 3 grammi e infine i grassi, davvero pochi (inferiori al grammo). Il contenuto di fibra è molto buono (circa 3 grammi) mentre fra i minerali troviamo il potassio, molto abbondante e, in misura minore ma comunque buona, calcio, fosforo e sodio.
Come accade per altre varietà di cavoli, anche quello nero può essere consumato sia crudo, nonostante il sapore amaro: in insalata, abbinato con altre verdure crude, oppure come ingredienti per la preparazione di salutari frullati con altra frutta e verdura di stagione. Per chi, invece, preferisce mangiarlo cotto, “è consigliata la cottura al vapore in quanto con la bollitura si rischia di perdere nell’acqua le sostanze nutritive che contiene. In alternativa lo si può servire stufato, oppure al forno.” È perfetto, inoltre, per la preparazione di minestre e zuppe: “non a caso è un ingrediente della famosa ribollita toscana.”